Poemetto di B. Latini, scritto in italiano verso
il 1262. Allegorico e didattico, è composto in settenari rimati a coppia;
si interrompe al verso 2.944. Il poeta narra che, di ritorno dalla Spagna, dove
era stato inviato come ambasciatore da Firenze, apprende la notizia della
sconfitta dei Guelfi a Montaperti e tale è il suo sgomento che smarrisce
la strada e si perde in una selva. Qui la Natura in veste di matrona gli fa da
maestra di Scienza. Arrivato in una pianura vi scorge illustri personaggi
simbolici, princìpi e virtù tra cui Cortesia e Prodezza. Nel regno
del Piacere conosce altre simboliche raffigurazioni quali Paura e Desianza,
Speranza e Amore. Dopo essersi convertito al bene con una confessione fatta ai
frati di Montpellier, giunge al Monte Olimpo dove il greco Tolomeo gli insegna i
segreti dell'astronomia. Il
T., ispirato al
Roman de la Rose,
è il primo documento scritto in volgare e può essere considerato
una sorta di premessa della
Divina Commedia.